Vorrei…

«Mamma, lo sai che Marco ieri è andato a casa di Alessio? Ma si può fare in zona rossa?»

«No, tesoro, non si può.»

«Mamma, Franco ha organizzato la sua festa di compleanno: partita di calcetto con tutta la classe! Ma si può fare in zona arancione?»

«No, amore, mi dispiace non si può fare, perciò non ti mando.»

«Mamma, lo sai, Alfredo e Fabiana sono andati nella casa delle vacanze. Perché non andiamo anche noi?»

«Purtroppo non si può: è vietato andare in un’altra regione…»

Quanto pesa la pandemia? Tanto, tantissimo. Ma quanto pesa dover spiegare ad un figlio al tempo della pandemia che bisogna seguire le regole e che la legge è uguale per tutti e vale per tutti? Questo non è calcolabile.

Se mentre fai la spesa entra qualcuno e si attacca a te (senza mantenere le distanze) e glielo fai notare, dai fastidio.

Se tutti i condomini del palazzo entrano ed escono dall’ascensore senza mascherina e lo fai presente, sei un cretino.

Se non mandi tuo figlio ad una festa di compagni di classe, sei una «fissata» che dovrebbe «stare un po’ tranquillina!»

Se stai chiuso dentro casa e segui le regole, ti dicono: «Che esagerata che sei! Si campa una volta sola!».

Ecco, io vorrei campare! E vorrei tanto che mio figlio non dovesse sentirsi parte di una minoranza irrisa, per il solo fatto che i suoi genitori gli hanno insegnato a seguire le regole.

Vorrei che si sentisse parte di una comunità che rinuncia (temporaneamente) ad un piacere personale ed egoistico per un fine comune: liberarci tutti da questo virus maledetto, che ci sta rovinando la vita!

Non giudico gli altri, ma non vorrei essere giudicata da loro. E soprattutto vorrei non dovermi più giustificare perché mi attengo alla legge.

Vorrei che mio figlio non dovesse sentirsi uno stupido perché è ligio. Perché la serietà e la correttezza, il rispetto dell’altro e la tutela dei più deboli sono pregi e non difetti, soprattutto se si hanno solo 12 anni!

Vorrei…