Lo scarafaggio scomparso nella megalibreria

Mi ero deciso, avrei comprato l’ultimo di McEwan.

Sono sceso nella solita affollatissima via e sono entrato nella megalibreria, mi sono fatto strada tra gli espositori che proponevano premi Strega e scrittori napoletani, questi sempre presenti in prima esposizione, poiché la napoletanità va sempre promossa, il marchio va difeso e affermato, il localismo antiglobalizzazione è una scelta forte, difendere sempre pizza e mozzarella, niente prosecco ma falanghina spumante.

In conclusione il libro di McEwan non c’era, andava ordinato.

Ho aspettato tre giorni.

Poi finalmente l’ho avuto tra le mani.

L’attacco del racconto segue la metamorfosi di Kafka al contrario, la bestia si ritrova trasformata in uomo, capo del gabinetto inglese, e le basta poco per sentirsi a suo agio in quei panni.

Ma il riferimento a Kafka finisce qui, quel che sostiene la storia è l’idea dell’assurdo che diventa realtà. Jim Sams ha come programma politico l’attuazione di una rivoluzionaria riforma economica: l’Inversionismo. Si tratta di invertire il flusso finanziario per invertire l’intero paese, uno sconvolgimento purificatore che avrebbe eliminato tutte le ingiustizie.

«Alla conclusione della settimana di lavoro, un dipendente paga alla ditta le ore svolte» e, quando va a fare la spesa, viene pagato per ogni articolo che porta a casa, ma la legge impedisce di accumulare contante, e il denaro viene depositato in banca producendo alti interessi negativi, in conseguenza di tutto ciò, prima che i suoi risparmi finiscano, il lavoratore dovrà cercarsi un lavoro migliore e più costoso. Tutto questo stimolerà in modo incredibile l’economia.

L’attacco del racconto segue la metamorfosi di Kafka al contrario, la bestia si ritrova trasformata in uomo, capo del gabinetto inglese, e le basta poco per sentirsi a suo agio in quei panni

Più che l’apparato teorico è la capacità d’imporlo con le armi della retorica che conta. Il furore populista riesce a cancellare la realtà facendo apparire come vera qualsiasi cosa in grado di preannunciare un radicale cambiamento, quel che importa, ai populisti, è uscire dallo stato esistente che sempre, e in ogni caso, viene percepito come il peggiore mai esistito. L’unico obiettivo è far scomparire il vero, ed ogni arma è legittima.

Perché fare tutto questo? Perché sì, punto e basta.

In questo programma il leader inglese trova un ottimo alleato nel presidente americano, che ha come principale interesse la distruzione dell’UE. Ma forse anche lui, in passato, aveva sei zampe.

Sarà compito degli storici del futuro comprendere, dice McEwan nella postfazione, «il fenomeno di obnubilamento prodotto da un tipo particolare di polvere magica comune a tutti i movimenti populistici che attualmente attanagliano l’Europa, gli Stati Uniti (…) e molte altre nazioni.» Questa polvere è un mix esplosivo di «irrazionalità sfrenata, ostilità verso lo straniero, rifiuto di un’analisi seria della realtà, diffidenza nei confronti degli “esperti”, ecc.»

Questo mostro, il populismo, assume le sembianze umane ma, una volta attuato il suo delirante progetto, rivelerà quello che realmente è: uno scarafaggio.

L’appello di McEwan è un invito a vedere il mostro nelle sue vere sembianze, senza farsi ingannare dalle apparenze.

Intanto sto ancora pensando agli espositori della megalibreria, piena di scrittori napoletani che parlano di Napoli e mi sento sollevato, certo: ho aspettato tre giorni ma ho letto un libro di respiro mondiale scritto da un europeo che sente le cose che sento io che mangio la pizza almeno una volta alla settimana.