L’ultimo dribbling di DIegO

«Sorpreso?»

Il tipo con la barba lunga davanti al portone l’invitava ad entrare, ma Maradona lo guardava interdetto, uscendo dall’ascensore che lo aveva trasportato tra le nuvole.

«Ma tu sei…?»

«San Pietro» annuì sorridendo il vecchio.

«E questo è…?» chiese guardandosi attorno.

«Il Paradiso.»

«Ma non capisco. Non me l’aspettavo» disse, sorpreso.

«Lo so, lo so. Ne hai fatte di cavolate. Ma il Padre Eterno ti ha perdonato.»

«Ma mi drogavo, tradivo mia moglie, ho anche picchiato qualche poveretto…»

«Acqua passata, ora sei qui» lo rassicurò Pietro, poggiandogli un braccio sulla spalla e guidandolo oltre il portone.

«Ho anche detto che quel gol l’aveva segnato la mano di Dio: si sarà arrabbiato!»

«Non è che gli abbia fatto piacere, ma poi ci ha riso su.»

«Quindi, è come pensavo: gli ultimi saranno i primi. Nostro Signore perdona tutti, anche le pecorelle smarrite» si compiacque Diego.

«Non proprio tutti» si schermì il Santo.

«In che senso?»

«Per te ha fatto un’eccezione» chiarì.

«Un’eccezione?»

«Diavolo! Sei Maradona!» esclamò.

«Lo so chi sono.»

«Sei il più forte di sempre!»

«So anche questo: non c’è bisogno che me lo dici tu!» iniziò a spazientirsi.

«E allora: che pensavi che ti avrebbe lasciato a Satana?»

«Per la verità, lo temevo» ammise, grattandosi la testa per l’imbarazzo.

«Ma che dici? Così quello vinceva il campionato tutti gli anni fino alla fine dei tempi, sai che incubo!» sbottò.

«Quale campionato?» chiese stupito Diego.

«Quello dell’Aldilà! A volte vinciamo noi e altre l’Inferno ma, se fossi andato lì giù, avrebbero vinto sempre loro.»

«E ora, invece?»

«Vinceremo sempre noi, che ne sappiamo una più del Diavolo.»

«In che senso?»

«Lui ti ha corteggiato per tutta la vita, tentandoti, per poterti schierare nella sua squadra, una volta morto. Ma il Signore Dio Nostro, nella sua immensa bontà, ha deciso di perdonarti, così puoi stare qui con noi, che abbiamo anche spogliatoi molto più belli, campi con l’erba soffice, divise con lo sponsor migliore…»

«Scusa Pietro, fammi capire: ma organizzate un campionato con due sole squadre?»

«In realtà, sono tre: c’è anche il Purgatorio, ma loro non vincono mai, sono proprio scarsi» disse con un ghigno di sufficienza.

«Quindi, sono obbligato a stare qui su?»

«Che domande! Nessuno è obbligato, ma tutti vogliono venire qui su da noi: è ovvio.»

«Allora, in teoria potrei decidere anche di andare sotto?»

«La regola è che nessuno può chiedere di andare da giù a su, ma se uno vuole scendere, può farlo, lì c’è l’ascensore. Da millenni però non è mai successo, ovviamente. Qui si sta da Dio, c’è aria pura e fresca, lì si muore di caldo, c’è puzza, si vive uno sull’altro…»

«Capisco, ma preferirei scendere.»

«Ma come osi! Preferisci Satana al Signore Dio tuo?» tuonò, ma poi cercò di controllarsi e diventò accomodante, per convincerlo: «Qui abbiamo i calciatori più bravi e, soprattutto, abbiamo una mentalità vincente. Non posso credere che preferisci giocare nell’Inferno.»

«Infatti, non voglio giocare con loro» lo rassicurò Maradona.

«Ah… bene, mi avevi fatto prendere uno spavento. Stavi scherzando…»

«No, non scherzavo: non giocherò né con loro né con voi» spiegò.

«Ma che dici: un talento come te non può smettere di giocare: sarebbe un peccato mortale!» lo lusingò Pietro.

«Ma non intendo smettere: giocherò con il Purgatorio.»

«Questa è bella! Quelle sono delle pippe, non vincono mai. Se esistesse la serie B, retrocederebbero tutti gli anni. È ridicolo!» balbettò il Santo, facendo tintinnare le chiavi che aveva in mano per il nervosismo.

«Non hanno mai vinto… fino ad oggi…» fece Diego, voltandosi e camminando verso l’ascensore.

«Ma chi ti credi di essere?» avvampò Pietro.

«Lo hai detto tu: sono Maradona.»

«Sì, ma…»

«Hai detto che sono il migliore…» aggiunse entrando nella cabina e premendo un tasto per scendere.

«Certo, ma…»

«Ci vediamo in campo!» ridacchiò, facendo ciao-ciao con la mano, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano.

Pietro, con la testa incassata tra le spalle, tornò sui suoi passi. Era disperato: non sapeva come dare la tragica notizia a Dio. Mentre chiudeva a mandate il portone del Paradiso, sentì un coro salire dal Purgatorio. Gli sembrò che cantassero: «Alè, alè, alè, alè, Diegooo, Diegooo.»

L’immagine in pagina è stata realizzata da Anna De Luca